Compiti per le vacanze scolastiche: sì o no?

Compiti per le vacanze scolastiche: è giusto assegnarli o è meglio non assegnarli? Ogni anno, soprattutto quando ci si avvicina al periodo del Natale o dell’estate, la questione torna a fare discutere e origina schiere di favorevoli, contrari, dubbiosi, possibilisti e alternativi. C’è chi pensa che i compiti siano necessari per mantenere i ragazzi “in allenamento”, chi li ritiene nocivi perché anche gli studenti dovrebbero avere il sacrosanto diritto di staccare un po’ la spina, ma ci sono anche quelli che pensano che sia bene assegnarli giudiziosamente e quelli che ritengono che la lettura di un buon libro possa rappresentare una valida soluzione alternativa. Poi, a dire il vero, ci sono anche i ragazzi responsabili che anche nei periodi di pausa dalla Scuola decidono di studiare o di tenersi in esercizio senza che nessuno glielo imponga.

I compiti per le vacanze scolastiche: utili o evitabili?

Il fatto è semplice: la questione dei compiti per le vacanze originerà sempre fazioni di inossidabili favorevoli e schieramenti di inamovibili contrari.

Delle verità nude e crude sono che i compiti per le vacanze possono servire per rimediare eventuali insufficienze, per prepararsi alle verifiche che verranno effettuate al rientro a scuola, per restare in pari con il programma o semplicemente per rafforzare la conoscenza di una materia.

Altre verità, altrettanto nude e crude, sono che il cervello ogni tanto ha bisogno di staccare dai soliti ritmi quotidiani, siano essi lavorativi o scolareschi, che le vacanze dovrebbero essere usate dai ragazzi per trascorrere del tempo di qualità insieme ai familiari e che anche in assenza di assegnazioni specifiche molti ragazzi durante i periodi di pausa dalla scuola leggono, fanno esperienze o ne approfittano per aggiornarsi su temi di attualità.

Alla fine della fiera, quindi, la verità più oggettiva è che la questione dei compiti per le vacanze ha varie sfumature e che quindi non potrà mai essere definita, decisa e disciplinata in modo univoco per tutte le realtà.

Luca Parigi:

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