In vista del possibile ritorno a scuola a settembre 2020 c’è l’ipotesi che i docenti, il personale ATA e i Dirigenti Scolastici debbano sottoporsi al test sierologico per valutare se in passato hanno contratto il Coronavirus. Nelle ultime ore, infatti, è stata approvata alla Camera dei Deputati una risoluzione che stabilisce alcune indicazioni sul rientro nelle aule. Una di queste indicazioni, per l’appunto, riguarda lo svolgimento del test per verificare la presenza di anticorpi da COVID-19. A questo punto, quindi, c’è da capire se il Ministero dell’Istruzione recepirà e avallerà questa procedura.
In cosa consiste il Test Sierologico
In cosa consiste e come viene effettuato il test sierologico?
Per capire se un persona è entrata in contatto con il Coronavirus la prima cosa da fare è l’esame del sangue. Il test in questione, infatti, si prefigge di individuare la presenza di anticorpi IgG che è possibile rintracciare nel flusso ematico dopo un paio di settimane dal contatto con il virus.
La prova sierologica viene svolta nei laboratori di analisi e, per sommi capi, ha un costo di 15,23 Euro, ma chiaramente sarebbe gratuito per il personale scolastico.
Riguardo agli esiti, una risposta negativa al test significa che l’organismo non è entrato in contatto con il Covid-19, mentre una risposta positiva implica di effettuare anche un tampone naso/orofaringeo per capire se l’infezione è ancora attiva oppure no.
La disposizione per il test sierologico a scuola è stata presentata in questi termini: “Dal 1° settembre tutti in aula, con un piano pedagogico nazionale per il recupero del debito formativo accumulato negli ultimi mesi da tutti gli studenti; una road-map rigorosa sulla sicurezza: dai test sierologici da effettuare per il personale scolastico alla sanificazione di tutti i locali; e una riserva del 15 per cento di tutti i finanziamenti pubblici e del 20% di quelli europei da destinare a scuola e infanzia”.