Presidi rifiutano incarichi al Nord per paura di un nuovo lockdown

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È una notizia ma ha anche la fattura di un allarme la dichiarazione rilasciata dal presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli. “Molti dirigenti neo assunti stanno rinunciando agli incarichi nelle regioni settentrionali perché i posti di lavoro sono troppo lontani da casa. Alcuni, ad esempio, non vogliono rischiare di passare un altro lockdown da soli, lontano dalla famiglia”. Ovviamente si spera che da qui agli inizi di settembre il caso possa rientrare perché di questi tempi la Scuola è già afflitta da tanti problemi e crearne di nuovi non è ammissibile.

I presidi italiani rifiutano il Nord per paura di nuovi contagi

Il timore di restare invischiati in una nuova ondata di contagi, da soli e senza il conforto dei familiari, sta facendo desistere molti presidi dall’accettare degli incarichi nel Nord Italia.

“Per loro un congruo aumento di stipendio non vale il rischio di restare isolati durante un’eventuale lockdown. Ne consegue un problema di perdita di risorse”, spiega ancora Antonello Giannelli.

Un altro annoso problema emerso in questi ultimi giorni è la mancanza di strutture: “Stando alle stime ministeriali saranno 1.200.000 gli studenti che faranno lezione fuori dalle aule”, prosegue Giannelli. “In totale resteranno fuori dagli istituti scolastici 40.00 classi. L’idea di collocare gli studenti nei locali confiscati alla mafia è bella, ma serviranno tantissime strutture”.

Intanto la stessa Associazione Nazionale Presidi e il Ministero dell’Istruzione hanno dato parere favorevole riguardo alla possibilità di effettuare test sierologici a docenti e Ata prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Per gli studenti, invece, verranno effettuati dei test a campione durante l’anno consistenti in dei semplici prelievi di campioni di saliva.

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Luca Parigi

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