Personale Covid: da settembre serviranno più docenti e ATA

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Con la riapertura delle scuola a settembre serviranno più docenti e più personale ATA. La stessa ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, dice: “Per riaprire le scuole in sicurezza c’è bisogno di più insegnanti e di più personale Ata. Nel decreto rilancio 1 miliardo di euro è destinato ai supplenti, sia docenti che Ata. Potremmo definirlo personale Covid visto che serve per questa emergenza”. In altri termini, per riavviare un sistema fermo ormai da 6 mesi servono più energie del necessario.

Più insegnanti e bidelli a settembre

Alla fine di luglio il Ministero dell’Istruzione ha presentato ai sindacati l’Ordinanza che riguarda la ripartizione delle risorse le dotazioni supplementari di organico.

Il fondo complessivo consiste di un miliardo di euro che sarà ripartito tra gli Uffici Scolastici Regionali sulla base di due fattori:

  • il numero degli studenti presenti sul territorio
  • le istanze avanzate dagli Uffici scolastici regionali che esaminano le richieste delle scuole.

Saranno gli stessi presidi a richiedere il personale docente e ATA di cui necessitano per un avvio del nuovo anno scolastico in condizioni di sicurezza.

A Orizzonte Scuola il presidente nazionale del sindacato scolastico Anief, Marcello Pacifico, ha spiegato: “È giunto il momento per i presidi di chiedere le risorse di organico di cui hanno bisogno. Non c’è una cifra esatta di organico da assumere. Esiste un fondo che il governo ha mrsso a disposizione: questa importante risorsa sarà divisa: per metà sarà erogata in base al numero degli alunni, mentre per l’altra metà in base alle istanze pervenute e validate. Paradossalmente, se i dirigenti scolastici non effettueranno richieste, il fondo andrà perduto.”

Quanto alla mancanza di indennizzi in caso di licenziamento, il presidente di Anief precisa che “i lavoratori avranno diritto ad alcuni indennizzi, non avranno diritto eventualmente a un indennizzo relativo ai contratti a termine, ma non è che non avranno per esempio diritto alla Naspi”.

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Vincenzo Schirripa

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