Didattica a distanza: per la Azzolina rischia di non funzionare più

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Dopo aver festeggiato un anno da Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina si è rituffata nel lavoro e ha palesato alcune preoccupazioni riguardo al proseguimento delle attività di didattica a distanza. Ecco il pensiero della ministra espresso davanti ai microfoni di Radio Rai 1: “Nelle regioni a Zona Gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici. I giovani hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Si crede erroneamente che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio purtroppo so quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi. Sono molto preoccupata. Oggi la didattica a distanza rischia di funzionare più e c’è un black out della socialità. I ragazzi sono arrabbiati, senza guida e sono anche preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica”.

Dall’11 gennaio a scuola in Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta

Le uniche regioni italiane che lunedì 11 gennaio hanno deciso per il rientro in classe delle scuole superiori al 50% sono state Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta.

Tutte le altre regioni hanno deciso di posticipare la riapertura degli istituti secondari di secondo grado nei giorni e nelle settimane a seguire.

A tale riguardo la ministra Azzolina ha detto: “Per quanto mi riguarda non vuole esserci nessuna polemica con le Regioni. Tuttavia lasciamo parlare i fatti: avevamo deciso di riaprire le scuole in data 9 dicembre e qualcuno ci disse no, anche se le attività produttive sono ripartite. Per l’antivigilia di Natale è stata stipulata un’intesa unanime con le Regioni che hanno garantito che le scuole superiori sarebbero rientrate nella ragione percentuale del 50%. Partendo da questo presupposto è partito un lavoro immane con i prefetti e sono stati previsti molti mezzi di trasporto in più.

Poi però viene il 2021: “All’inizio di gennaio molti governatori hanno detto che erano addirittura disposti a far rientrare i 3/4 dei ragazzi in classe. Ci sono regioni che hanno lavorato bene come la Toscana, noi al ministero abbiamo monitorato tutto e abbiamo fatto informative; il lavoro fatto dai presidi è stato encomiabile. E’ difficile per gli studenti riuscire a comprendere perché oggi le scuole non riaprano benchè molte regioni siano in Zona Gialla: hanno ragione, comprendo le loro frustrazioni perché la scuola è un diritto costituzionale e se a me l’avessero tolta probabilmente non sarei qui”.

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Luca Parigi

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