Bianchi: ‘Le scuole non hanno mai chiuso. Lavoriamo per tornare in aula’

Intervenuto alla trasmissione Unomattina su Rai 1 il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha detto: “Le scuole non hanno mai chiuso. Lavoriamo per tornare in aula”. Il responsabile del dicastero di Viale Trastevere ci tiene a fare questa precisazione per non lasciare passare il messaggio che la chiusura degli istituti scolastici equivalga a una sospensione delle attività didattiche. Un altro importante commento, infatti, è stato poi il seguente: “Una cosa mi sento di dire ed è fiducia negli insegnanti, la didattica a distanza di quest’anno non è affatto la stessa dell’anno passato, i docenti hanno lavorato tantissimo”.

Bianchi a Unomattina: in presenza o in Dad la scuola non si ferma

Ai microfoni di Rai 1 il ministro Bianchi ha poi detto che “bisogna essere ancorati alla realtà. Tutti avremmo voluto continuare in presenza, lo abbiamo fatto fino allo stremo, ma quella che stiamo vivendo non è la terza ondata, ma una storia nuova: il virus è cambiato, la variante inglese colpisce anche i bambini ed è quindi con grandissima difficoltà ma con senso di responsabilità che abbiamo dovuto piantare una ‘bandiera rossa’: esiste un pericolo, ed è un pericolo che possiamo affrontare e vincere tutti assieme”.

“Dalla sofferenza si esce lavorando, dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a superare questo periodo e ad elaborarlo. Stiamo lavorando per garantire aiuti alle famiglie e dare più strumenti per ampliare l’offerta didattica e gettare un ponte tra questo e il prossimo anno scolastico“, ha poi continuato il Ministro.

L’inaugurazione del progetto La Giustizia adotta la Scuola

Nei giorni scorsi il Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi, è intervenuto, con un videomessaggio, all’inaugurazione dell’iniziativa La Giustizia adotta la Scuola.

Il progetto in questione interesserà 40 scuole e prevede l’adozione di una classe da parte di un magistrato che guiderà gli studenti in un percorso di conoscenza e conservazione storica della memoria degli anni ’70.

Vincenzo Schirripa: