Scuola stressante per 9 ragazzi su 10: il sondaggio dell’Unione degli Studenti

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Scuola stressante per 9 ragazzi su 10: un sondaggio promosso dall’Unione degli Studenti fa emergere un quadro preoccupante della realtà scolastica attuale in Italia. Alcuni ragazzi soffrono addirittura di attacchi di ansia in vista di interrogazioni e compiti in classe, mentre altri si dichiarano letteralmente oberati dai compiti. L’indagine in questione deve sicuramente servire a valutare l’iter didattico odierno e, nel caso, a ripensarlo profondamente fin dalle radici.

Scuola stressante: i risultati del sondaggio dell’Unione Studenti

L’indagine su Scuola e Stress portata avanti dall’Unione degli Studenti è stata effettuata su un campione di 3600 studenti.

Per i risultati facciamo parlare le ragioni percentuali:

  • 90%: è la percentuale di colori che soffrono di sintomi ansiosi in vista di interrogazioni e prove scritte.
  • 83%: per questa percentuale di studenti la valutazione ottenuta determina lo stato d’animo per il resto della giornata
  • 80%: 4 ragazzi su 5 si sentono giudicati, anche personalmente, dopo un riscontro didattico negativo
  • 63%: è la quota di chi ha effettivamente manifestato un attacco di ansia prima di un orale o di un compito in classe
  • 57.7%: sono coloro che provano un senso di ansia latente riguardo alla Scuola in generale.

Questi esiti fanno istintivamente fanno venire in mente la canzone “Silvia lo sai” di Luca Carboni nella frase in cui dice “i professori non chiedevano mai se eravamo felici” ma, al di là del rapporto tra docenti e studenti che può esserci in ogni classe, noi pensiamo che questo sondaggio debba essere di riferimento per ripensare le attuali metodologie didattiche sin dalle basi.

Sicuramente la Scuola di oggi continua a essere un “prestazionificio”, una realtà nella quale il sacro voto continua a valere più di ogni altra cosa, senza considerare che di mezzo c’è la salute e l’equilibrio mentale di coloro che saranno gli uomini e le donne di domani.

È assolutamente necessario approntare un modello educativo diverso, un sistema didattico che tenga più in considerazione la psicologia, le relazioni interpersonali, le interazioni sociali e il benessere psicofisico dei giovani.

Il voto deve restare sicuramente importante, su questo siamo tutti d’accordo, ma che il traguardo di una sufficienza o di un buona votazione debba causare panico e malessere non esiste. Le percentuali di cui sopra, quindi, facciano profondamente riflettere in Viale Trastevere e negli altri siti in cui viene pianificata la Scuola di oggi.

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Luca Parigi

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