Un recente articolo de Il Fatto Quotidiano ha fatto luce sui cosiddetti triennalisti. Con questo termine si fa riferimento a quegli insegnanti precari che hanno effettuato tre anni di servizio presso delle istituzioni scolastiche statali o paritarie, ma che non hanno l’abilitazione nella materia per la quale hanno studiato. Si tratta di centomila docenti che ora si trovano in una situazione di impasse dal momento che per loro il Governo ha attivato corsi abilitanti in ritardo e, per lo più, a numero chiuso. Il risultato è che ora questi lavoratori della Scuola sono da equipararsi a supplenti a rischio di impiego. L’accesso agli iter formativi per cambiare disciplina o grado d’insegnamento, infatti, è stato concesso solo a chi è già immesso in ruolo o a chi sta conseguendo l’abilitazione su una diversa classe di concorso, oltre a un considerevole numero di specializzati nel sostegno che stanno abilitandosi anche per una materia.
La forte situazione di stallo per i triennalisti
A fornire ulteriori spiegazioni sulla situazione di stallo in cui gravitano i triennalisti è Paola Emiliozzi, che fornisce la sua storia molto simile a quella di tanti altri colleghi.
“Sono della provincia di Macerata, dal 2016/2017 insegno filosofia, scienze umane e diritto ed economia. Per un anno ho fatto anche sostegno. Non so se riuscirò ad entrare nei percorsi abilitanti: solo una percentuale trascurabile di precari triennalisti ce la farà, perché i corsi a loro riservati, non essendo strutturali, sono previsti solo per un breve periodo transitorio. Mentre alla maggioranza verrà negata, oltre l’abilitazione, anche la possibilità di partecipare ai futuri concorsi, per i quali il requisito dell’idoneità sarà imprescindibile. Il serio rischio è di restare precaria a vita”.
La problematica di fondo è che il Ministero dell’Istruzione e del Merito a febbraio ha già dato l’avvio ai percorsi abilitanti per i docenti di ruolo, per chi già possiede un’abilitazione e per gli specializzati sul sostegno, mentre per chi ha tre anni di servizio in curriculum l’attivazione è giunta solo nel mese di aprile.
In questo modo i corsi “partiranno non prima di luglio per finire a fine novembre”, spiega Emiliozzi, e questo inficia seriamente sulla garanzia di avere una cattedra sicura il prossimo anno scolastico.
Oltre al ritardo temporale c’è poi da rimarcare che i posti disponibili sono pochi, visto che il dicastero di Viale Trastevere ne ha disposto l’accesso in base al fabbisogno per ogni classe di concorso, oltre a imporre lezioni in presenza e tirocinio obbligatorio (condizioni invece non previste per immessi in ruolo, abilitati e specializzati sul sostegno).
Per il prossimo anno scolastico Emiliozzi avvisa: “Molti decideranno di presentare domanda di inserimento in prima fascia nelle GPS e scavalcheranno di fatto i precari triennalisti, che invece saranno costretti a rimanere in seconda fascia, perché la possibilità di abilitarsi a loro è stata negata”.