Anche quest’anno arriva puntuale la conferma di Education at Glance che gli stipendi dei docenti italiani sono tra i più bassi nell’area Ocse. Ciò non deve stupire se si pensa che l’investimento italiano nell’istruzione corrisponde soltanto al 4% del Prodotto Interno Lordo (PIL). Se non altro qualcosa si è mosso a livello di adeguamenti contrattuali che però non sono riusciti a limare il gap con le corresponsioni stipendiali dei colleghi europei.
Stipendi dei docenti italiani tra i più bassi d’Europa
In una nota dedicata alla questione il coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio, dice: «Nell’ultimo rapporto Ocse ‘Education at a Glance 2024’, si mettono a confronto gli stipendi degli insegnanti dei diversi paesi membri. È avvilente constatare come l’Italia sia ancora una volta il fanalino di coda di tutta l’area Ocse».
“Per i docenti italiani, infatti, la situazione è la peggiore, in quanto l’aumento previsto nel contratto del triennio 2022-2024, la cui trattativa ancora deve aprirsi, è basato su un aumento del 5,8% degli stipendi del comparto, per cui il 28% di media citato nel rapporto, di aumento delle retribuzioni degli insegnanti europei, per gli insegnanti italiani è solo un miraggio».
L’Italia, dunque, resta fanalino di coda tra gli stati considerati dall’indagine. Il salario medio dei docenti del Belpaese, fermo a 31.950 euro nel 2019, mostra uno stallo in confronto agli altri Paesi europei e una discesa fino al 2023 con uno stipendio medio di 31.320 euro.
Tra le corresponsioni stipendiali per gli insegnanti in ambito europeo la Germania si conferma al primo posto. I professori tedeschi possono vantare una retribuzione media annua di circa 47.250 euro nel 2019, seguita dalla media OCSE di circa 42.300 euro.
Passando ad altri “vicini”, Francia e Spagna, pur presentando stipendi minori, sono sostanzialmente stabili con rispettivamente 37.080 euro e 33.030 euro nel 2019.