Supplenze Docenti, D’Aprile (Uil Scuola) rimarca le ennesime inesattezze dell’algoritmo

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Pure quest’anno l’assegnazione algoritmica delle supplenze docenti è stata viziata da errori e inesattezze. A tale riguardo il Segretario Generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, durante il programma radiofonico Sportello Italia (Radio 1 Rai) ha detto: “Anche per quest’anno, a causa degli errori dell’algoritmo sulle supplenze, in diverse province ci ritroviamo di fronte a cattedre ancora non assegnate o, in alcuni casi, al rifacimento delle nomine. Il tutto a danno, come sempre, delle segreterie oberate di lavoro, dei dirigenti scolastici e soprattutto degli alunni. Tornare alle nomine in presenza, in attesa di perfezionare il sistema informatico, rappresenterebbe la soluzione per garantire i legittimi diritti al personale della scuola”.

“In Italia e nel mondo emerge da tempo la carenza di personale nelle scuole – rammenta D’Aprile – E’ chiaro che ci troviamo di fronte a un sistema di reclutamento che, se pur avallato e sollecitato dall’Europa, mostra tutti i suoi limiti in particolar modo se applicato all’Italia che possiede delle peculiarità legate al mondo della scuola che altri paesi non hanno”.

Allo stato attuale delle cose in Italia un insegnante su quattro è precario e la situazione negli ultimi anni è addirittura peggiorata. Una decina di anni scolastici fa la percentuale di docenti precari corrispondeva soltanto al 13,8% mentre oggi è maggiore al 24%. E la stessa situazione vige anche per i lavoratori del personale ATA.

Per D’Aprile è doveroso provare a migliorare la situazione e una soluzione potrebbe essere quella di determinare un piano straordinario di assunzioni su tutti i posti vacanti – ATA inclusi – che dovranno essere trasformati dall’organico di diritto all’organico di fatto.

La chiosa dedicata agli stipendi: “La situazione stipendiale di fine carriera del nostro personale, come ribadito dal Presidente Mattarella durante l’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico, ci vede a metà della graduatoria e con stipendi lontani anni luce dai colleghi del Nord e Centro Europa”.

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Luca Parigi

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