In un articolo pubblicato martedì 10 dicembre sul noto sito web Open viene descritta a che punto è l’erogazione della Carta del Docente ai precari. Il punto è questo: i supplenti stanno vincendo i ricorsi in sede giudiziaria ma il Ministero dell’Istruzione e del Merito non sta pagando quanto è a loro dovuto. A fare più luce sulla vicenda è Carlo Castellaneta, coordinatore del sindacato Gilda.
Carta del Docente ai precari: qui nessuno paga
Come è noto, per molti anni migliaia di insegnanti precari non hanno ottenuto la Carta del Docente, il bonus annuale di 500 euro riservato ai docenti a tempo indeterminato e destinato a sostenere spese per l’aggiornamento professionale.
Adesso, dopo numerose sentenze a favore, anche i precari hanno ottenuto il riconoscimento dei loro diritti, con risarcimenti stimati anche in varie migliaia di euro.
Tuttavia, nonostante le suddette sentenze, il Ministero dell’Istruzione e del Merito non sta pagando quanto dovuto.
Come ha spiegato a Open, Carlo Castellana, coordinatore nazionale del sindacato Gilda, il problema è generalizzato: «Ci troviamo di fronte a una gestione inefficiente e gravemente costosa per lo Stato. Il Ministero ha riconosciuto la validità delle sentenze, ma non ha ancora proceduto ai pagamenti. Questo significa che i docenti vincitori devono avviare ulteriori ricorsi per ottemperanza, paralizzando i Tar con queste cause, aggravando i costi pubblici e aumentando il disagio per chi attende da più di sei mesi – il tempo limite per ottenere il risarcimento – quanto stabilito dai giudici».
Per Castellaneta, il ritardo potrebbe essere da imputare sia alla «mancanza di risorse umane nei dipartimenti ministeriali», sia a una volontà politica poco incisiva.
«Ogni mancato pagamento costringe così i docenti a intraprendere un nuovo giudizio di ottemperanza presso i Tar, con ulteriori costi per i docenti. È come un cane che si morde la coda: ogni ricorso non rispettato genera un altro contenzioso, che lo Stato perde nuovamente».
Per il sindacalista di Gilda «Il ministro Valditara deve riconoscere la Carta del Docente a tutti i precari in modo sistematico, sanando gli arretrati e bloccando così i ricorsi futuri. Continuare così significa solo aumentare i costi e il caos. Non possiamo permetterci di bruciare denaro pubblico in questa maniera».