Per le Supplenze Brevi Docenti la spesa è decisamente gigantesca, ben oltre il miliardo di euro, e quindi da ora in poi l’imperativo sarà razionalizzare. L’obiettivo, almeno per rimpiazzi che eccedono di poco la settimana, é cercare di massimizzare le risorse dell’organico dell’autonomia. Certamente, da ora in poi i dirigenti scolastici dovranno rendere conto delle assunzioni a termine che perfezionano per i loro istituti. “L’innovazione digitale rappresenta la chiave per garantire trasparenza ed efficienza nella gestione delle risorse pubbliche”, affermano i capi dipartimento Carmela Palumbo e Jacopo Greco.
I numeri delle Supplenze Brevi Docenti e Ata
In effetti, i dati oggettivi sulle supplenze di breve durata di insegnanti e collaboratori scolastici restituiscono un quadro poco edificante.
801mila contratti per i docenti, di cui 695mila per periodi minori di un mese, hanno originato un’enorme spesa di 970 milioni di euro.
Per quanto concerne il personale ATA, le supplenze hanno richiesto un esborso di 269 milioni, con 141 milioni per le supplenze inferiori ai 30 giorni.
Cosa fare dunque almeno nell’immediato?
Per contrastare questa tendenza, dall’a.s. 2024/25, innanzitutto, entrerà in funzione un sistema informatizzato di monitoraggio in tempo reale della situazione.
“Il nuovo applicativo Gestione contratti permetterà di individuare tempestivamente eventuali anomalie”, dichiarano dal MIM, “richiedendo ai presidi motivazioni dettagliate per ogni scelta effettuata”.
Le direttive del Ministero per le supplenze di breve durata
Le direttive ministeriali fissano criteri ben precisi per le sostituzioni di breve durata.
Il primo giorno di assenza di un insegnante non prevede supplenze, salvo situazioni eccezionali correlate alla sicurezza o alla continuità didattica.
Le assenze fino a dieci giorni, invece, dovranno essere coperte tramite l’organico dell’autonomia, escludendo l’impiego del personale di potenziamento per le supplenze brevi.