In vista delle Iscrizioni Scuola 2026/27 il ministro dell’istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha inviato una lettera alle famiglie contenente i dati occupazionali relativi ai vari percorsi di studio. Più nei dettagli, la missiva riporta i dati sui profili di diplomati più ricercati dalle realtà imprenditoriali fino all’orizzonte temporale del 2029.
Quali diplomati cercheranno le aziende nei prossimi anni
Nel lasso di tempo che va dal 2025 al 2029 le aziende cercheranno circa 1,6-1,8 milioni di lavoratori con diploma di scuola superiore, corrispondenti a 310-360mila unità in media all’anno.
Gli istituti tecnici e professionali dovrebbero essere in grado di fornire al mondo del lavoro tra 160mila e 186mila diplomati ogni anno, ma si stima che ce ne saranno solo 153mila.
L’insufficienza di lavoratori con diploma tecnico o professionale potrà oscillare tra 7mila e 33mila unità all’anno, con l’ambito meccanico, meccatronico ed energia che richiederà 19-22mila maestranze a dispetto di appena 9mila diplomati realmente disponibili.
I percorsi di istruzione e formazione professionale triennali e quadriennali registrano una carenza addirittura più marcata: verranno infatti a mancare tra 55mila e 76mila giovani in uscita in media ogni anno.
I 125-146mila posti di lavoro da coprire sono praticamente il doppio rispetto ai 70mila giovani che faranno il loro esordio nel mondo del lavoro, con criticità di rilievo negli indirizzi edile ed elettrico dove mancheranno 15-19mila giovani e in quello amministrativo e dei servizi di vendita con 14-17mila diplomati in meno.
Studenti dei licei a rischio disoccupazione
Per chi studia e studierà nei licei si prospetta un surplus di offerta in confronto alla domanda: le imprese richiederanno tra 12.800 e 14.900 giovani riguardo a una offerta di 74.200 unità; da ciò si desume che, almeno potenzialmente, potrebbero generarsi ogni anno circa 60mila disoccupati.
Se gli andamenti delle iscrizioni scolastiche, che da anni vedono oltre il 50% degli studenti scegliere un liceo, non cambiano, il rischio è quindi di avere fino a 110mila posti vacanti e 60mila liceali senza prospettiva di occupazione in un ambito tematico con quello che hanno studiato.