Supplenze Brevi Scuola, stop a docenti esterni e utilizzo di insegnanti interni: la bozza in Manovra

Potrebbero cambiare le norme in tema di supplenze brevi nella scuola, almeno per quanto riguarda le scuole secondarie di primo e di secondo grado, ovvero scuole medie e scuole superiori. Il testo della bozza della Manovra per il 2026, all’art. 106 (“Misure in materia di istruzione”), modifica i dettami della legge “Buona scuola” del 2015 del Governo Renzi, fissando le nuove linee da seguire, in un’ottica di risparmio: nel caso di supplenze non superiori a 10 giorni, i dirigenti scolastici da ora in poi dovranno impiegare solo docenti già interni all’istituto scolastico. Stop dunque al ricorso a insegnanti esterni per fronteggiare le assenze di quelli in servizio, sempre che non sia strettamente necessario per “motivate esigenze di natura didattica”.

Supplenze Brevi Scuola, risparmi e giudizi

Gli eventuali contenimenti di spesa che potrebbero derivare dall’impiego di docenti interni per coprire delle supplenze brevi potranno “essere destinati all’incremento del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, in misura non superiore al dieci per cento del Fondo stesso”.

Le novità introdotte nella Manovra, in ogni modo, hanno già destato un po’ di preoccupazione in ambito scolastico. In primo luogo viene infatti rimarcato che potrebbe finire per incrementare il già oneroso carico di lavoro per il corpo docente.

Un altro aspetto da considerare è quello relativo allo status economico dei docenti che fanno affidamento sulle supplenze brevi per potersi mantenere in un universo decisamente precario come quello della scuola: impedire ai presidi di venire contattati per delle sostituzioni brevi metterebbe in difficoltà economica molti insegnanti.

In verità questo aspetto è da ben ponderare dal momento che in passato tanti supplenti brevi e saltuari sono stati pagati con dei ritardi letteralmente mostruosi.

Dall’altro canto c’è chi sottolinea che riservare le ore di supplenza breve al personale interno di docenti potrebbe tradursi in una maggiore continuità didattica, valorizzando al contempo la professionalità dei medesimi insegnanti.

Luca Parigi: