“Rischiamo la catastrofe”: la presidente del Senato Casellati si pronuncia sul rientro a scuola

Intervistata da Il Messaggero, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati ha espresso dei pareri piuttosto decisi sull’eventuale rientro a scuola nel mese di settembre. Per la senatrice di Forza Italia servono “subito delle regole certe e uguali per tutti, perché così rischiamo la catastrofe”. La Casellati ha anche detto che il ritorno sui banchi è un imperativo categorico e che la responsabilità non può essere scaricata sui presidi.

La necessità di linee guida precise

Essenzialmente le parole di Maria Elisabetta Casellati vogliono fungere da monito affinché non si creino delle situazioni di disparità fra territori italiani e fra diverse realtà scolastiche. A causa di risorse economiche disuguali e di procedimenti non univoci, infatti, le modalità di rientro a scuola potrebbero essere molto differenti da un posto all’altro.

La presidente richiede linee guida ministeriali più chiare e dettagliate perché al momento le indicazioni per il ritorno nelle aule appaiono troppo vaghe e indefinite.

A questo punto, considerato che l’agenda dice che siamo alla fine di luglio, c’è bisogno di più chiarezza su quanto segue:

  • Distanziamento interpersonale
  • Numero massimo di studenti per classe in base ai mq per aula
  • Utilizzo delle mascherine
  • Regolamento per scuole dell’infanzia e primarie

Un governo fatto di decreti

La Casellati ha anche espresso dei giudizi generali sull’operatività di questo Governo.

“Dall’inizio di questa legislatura – ha commentato – il governo va avanti a suon di decreti legge, il più delle volte approvati con voti di fiducia e sempre più frequentemente esaminati solo da una Camera”.

A tale proposito la Casellati ha porta ad esempio il Decreto Rilancio definito “una vera e propria finanziaria di circa 300 articoli, sulla quale l’aula di Palazzo Madama non ha avuto praticamente voce in capitolo.

Infine, la ricetta della presidente del Senato per ripartire dopo l’emergenza epidemiologica “è quella delle tre L: lavoro, liquidità, liberazione da fisco e burocrazia”.

Luca Parigi: