È arrivato il Rinnovo Contratto Scuola che porterà 150 euro in più ai docenti oltre alla corresponsione di arretrati. Piu nei dettagli, a essere stato perfezionato è il contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2022-2024. Il rinnovo interessa oltre 1 milione e 286mila dipendenti tra lavoratori della scuola, università, enti di ricerca e istituzioni Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica). L’intesa è stato sottoscritta oggi mercoledì 5 novembre nel corso della riunione decisiva all’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran), dopo un lungo confronto con i sindacati Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief. La Flc Cgil invece non ha firmato perché “gli incrementi stipendiali previsti e, per oltre il 60% già erogati in busta paga sotto forma di indennità di vacanza contrattuale, coprono neanche un terzo dell’inflazione del triennio di riferimento e sanciscono la riduzione programmata dei salari del Comparto”.
I numeri del Rinnovo Contratto Scuola 2022-24
Il rinnovo del CCNL del comparto Istruzione e ricerca prevede un aumento medio di 150 euro medi mensili per 13 mensilità, con massimi di 185 euro medi al mese per gli insegnanti (a seconda dell’anzianità di servizio), e 240 euro medi al mese per ricercatori e tecnologi.
Per il personale Ata, invece, l’aumento medio mensile è di circa 110 euro (109,78). Il contratto, incentrato per lo più sulla parte economica, consentirà anche il pagamento di arretrati, che per i docenti possono arrivare anche all’importante somma di circa 2mila euro.
“Questa settimana segna un momento significativo per il pubblico impiego”, sottolinea il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. “Con la firma dei contratti di enti locali e istruzione e ricerca completiamo un percorso che coinvolge oltre 1,6 milioni di lavoratori, ossia metà dell’intera platea del settore pubblico, per un impegno complessivo di 4,1 miliardi di euro a regime”, aggiunge.
Per il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, “la firma di questi contratti rappresenta un segnale concreto di attenzione verso chi ogni giorno contribuisce al funzionamento dei servizi pubblici essenziali, alla formazione delle nuove generazioni e allo sviluppo della ricerca scientifica italiana”.