Didattica a distanza, dall’8 marzo DAD possibile per 6 milioni di studenti

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Dalla data di lunedì 8 marzo più di 6 milioni di studenti italiani potrebbero ritrovarsi a svolgere attività di didattica a distanza. In particolar modo, come previsto dal nuovo DPCM in vigore dal 6 marzo, nelle Zone Rosse la Dad scatterà in automatico per tutte le scuole di ogni ordine e grado, mentre per le zone arancioni e gialle saranno i governatori delle regioni a disporre la modalità di e-learning qualora ci siano oltre 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti.

Possibile raddoppio degli studenti in Dad dall’8 marzo

La proiezione del numero di studenti che potrebbero ritrovarsi a svolgere attività di didattica a distanza è fornita dalla rivista specializzata Tuttoscuola.

Qualora venisse confermata dai fatti, si verificherebbe un raddoppio rispetto agli oltre 3 milioni di ragazzi che dallo scorso 1° marzo stanno già svolgendo lezione dalle proprie case.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, intervenuto ai microfoni di Rainews24 ci tiene a ribadire che la continuità didattica non si è mai interrotta. Queste le parole precise del titolare del dicastero scolastico: “La scuola non chiude, non ha mai chiuso. Gli insegnanti sono sempre stati presenti. Il termine Dad non mi piace, non è didattica a distanza ma di avvicinamento e la facciamo solo in situazioni estreme. Ora dobbiamo passare la piena dell’emergenza epidemiologica”.

Intanto Giovanni Sebastiani del CNR sostiene che la riapertura delle scuole, sia all’inizio dell’anno, sia dopo le vacanze di Natale, può avere sicuramente contribuito all’aumento dei contagi.

Intervenuto al programma “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus, il ricercatore ha detto: “Indubbiamente la riapertura delle scuole è stato un grosso errore, sia a ottobre, sia dopo le vacanze di Natale. I numeri dicono che le regioni che hanno rimandato il rientro a scuola sono quelle che poi hanno avuto un minor aumento percentuale della crescita delle terapie intensive. E non solo: gli studi scientifici che mostrano il nesso causale tra lezioni in presenza e l’aumento della diffusione del Covid si vanno sempre più accumulando.”

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Vincenzo Schirripa

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