Pisa, programma per la valutazione internazionale dell’allievo

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In questi giorni si sente un gran parlare di rapporto Ocse-Pisa. Anche in queste pagine ne abbiamo recentemente parlato a proposito della preparazione raggiunta dagli studenti italiani quindicenni e riguardo all’entusiasmo dei docenti che pare si stia affievolendo. Se il primo termine del rapporto, ovvero Ocse, fa immediatamente pensare a un organismo internazionale (infatti è l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), il secondo termine, ovvero Pisa, non si riferisce alla città toscana della Torre Pendente ma è l’acronimo di Programme for International Student Assessment, in italiano Programma per la valutazione internazionale dell’allievo. Scopriamo quindi in cosa consiste il programma Pisa.

Il rapporto Ocse-Pisa: cos’è e ogni quanto viene svolto

Il Pisa è un’indagine promossa dall’Ocse nata con lo scopo di valutare, con cadenza triennale e a livello internazionale, il grado di istruzione degli studenti dei maggiori paesi industrializzati.

Nato nel 2000, il programma per la valutazione internazionale dell’allievo viene sviluppato in via collegiale dagli stati partecipanti e si rivolge a ragazzi quindicenni. In particolar modo, lo scopo dell’indagine è quello di valutare il livello di alfabetizzazione e di comprensione letteraria, matematica e scientifica degli adolescenti che partecipano alle prove triennali.

Da alcuni il Pisa è considerato un test di valutazione affidabile, mentre altri criticano il programma per l’oggettiva difficoltà di mettere a confronto sistemi educativi e culturali diversi. Un potenziale rischio, sollevato da alcuni esperti in materia, pare essere quello che con i suoi risultati il Pisa possa influire e condizionare le linee educative dei vari paesi e, soprattutto, di quelli che occupano le posizioni più basse delle varie graduatorie.

Per ogni indagine, però, si sa che va utilizzata l’unità di misura del “buon senso” e quindi è sicuramente doveroso prendere in piena considerazione quanto viene indicato dal programma, ma è anche importante saper stimare la bontà qualitativa delle politiche educative fissate per il proprio paese.

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Luca Parigi

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