Carcere fino a 2 anni per chi non manda i figli a scuola. Il relativo provvedimento è stato approvato in Parlamento in via definitiva. Un altro step importante contro il disagio giovanile, la povertà educativa e per il miglioramento delle condizioni dei ragazzi in talune zone disagiate d’Italia. Allo stato attuale delle cose ci sono infatti molti bambini e adolescenti che non frequentano la scuola dell’obbligo e che necessitano di essere reinseriti in contesti consoni e indispensabili per la loro crescita.
Per chi non manda i figli a scuola adesso può esserci il carcere
La legge sull’obbligo di frequenza scolastica va a sostituire l’art. 114 del Testo Unico della Scuola (D.Lgs 297/94), e attribuisce poteri a sindaci e presidi riguardo alla vigilanza sull’adempimento dell’obbligo di istruzione.
La nuova direttiva rimarca l’importanza dell’istruzione fino a 18 anni, con la finalità di garantire il conseguimento di un diploma o una qualifica professionale.
Di fatto il sindaco, tramite l’Anagrafe nazionale dell’istruzione (ANIST), identifica i minori di età che non sono in regola con la frequenza scolastica e li richiama a rispettare la legge.
I dirigenti scolastici possono venire incontro ai primi cittadini fornendo loro i dati sui minorenni iscritti e tengono sott’occhio la frequenza scolastica, avendo cura di segnalare assenze di lunga durata.
In caso di mancata iscrizione o assenze prolungate per la quale non venga addotta adeguata giustificazione è prevista la reclusione in carcere fino a due anni per coloro che sono i responsabili del minore.