Voto di Maturità falso, lavoratore Ata licenziato: dovrà restituire i soldi

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Il quotidiano “Il Giorno” riporta la notizia di un giovane che per ottenere un posto da lavoratore Ata ha pensato di indicare un voto di Maturità falso. In particolare, il collaboratore scolastico, operante in una scuola di Milano, aveva alzato la votazione da 75 a 100. La vicenda è emersa dopo alcuni riscontri effettuati dall’istituto presso il quale era in servizio e in seguito ai quali è stato ovviamente licenziato. Il giovane adesso dovrà anche ridare indietro gli stipendi indebitamente percepiti per il periodo in cui è stato assunto.

I possibili controlli sul personale ATA

Quando un collaboratore scolastico viene assunto in una scuola per la prima volta è piuttosto naturale che vengano effettuati dei controlli da parte dell’istituto.

Tali riscontri servono a confermare la veridicità dei dati e dei requisiti che hanno permesso al lavoratore ATA di essere assunto.

A tale riguardo, l’art. 7.5 del DM 740/2017 stabilisce quanto segue:

“All’atto del primo rapporto di lavoro stipulato in applicazione del presente decreto, i predetti controlli sono tempestivamente effettuati dal dirigente scolastico nell’attribuzione che conferisce la supplenza temporanea disposta sulla base della graduatoria di circolo o d’istituto di terza fascia della stessa istituzione scolastica e devono riguardare il complesso delle situazioni dichiarate dall’aspirante, per tutte le graduatorie in cui il medesimo è risultato incluso. Qualora i suddetti controlli siano chieste da altre scuole interessate il controllo sarà effettuato dal dirigente scolastico che gestisce la domanda.”

Purtroppo eventi del genere si verificano spesso in Italia. Basti pensare all’anno scorso quando i colti in castagna, rei addirittura di avere acquistato il diploma, furono più di un centinaio.

Anche il quel caso la vicenda emerse grazie a una nota dell’Ufficio scolastico provinciale di Torino che invitava i dirigenti scolastici a effettuare tutte le verifiche del caso sui collaboratori scolastici in questione.

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Vincenzo Schirripa

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