15 regioni dicono No al rientro a scuola l’11 gennaio

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Alla data di sabato 9 gennaio ben 15 regioni dicono No al rientro a scuola l’11 gennaio. Il secondo lunedì di gennaio ripartiranno con le lezioni in presenza le scuole superiori di Abruzzo, Toscana, Basilicata e Valle d’Aosta. In Trentino-Alto Adige, invece, gli istituti secondari di secondo grado hanno riaperto i portoni dal 7 gennaio. Dal punto di vista politico, il Movimento Cinque stelle si attendeva sicuramente che il Partito Democratico fosse meno titubante e attendista sul ritorno in classe.

L’11 gennaio ritorno in classe per Abruzzo, Toscana, Basilicata e Valle d’Aosta

Alla fine le regioni nelle quali le scuole superiori ripartiranno al 50% in presenza dall’11 gennaio sono Abruzzo, Toscana, Basilicata e Valle d’Aosta.

In regioni quali Marche, Calabria, Veneto, Sardegna e Sicilia, gli studenti delle superiori rincontreranno dal vivo compagni e docenti addirittura il 1° febbraio.

A seguire il calendario delle riaperture decise alla data di sabato 9 gennaio:

  • 7 gennaio: Trentino Alto Adige
  • 11 gennaio: Abruzzo, Toscana, Basilicata e Valle d’Aosta
  • 18 gennaio: Piemonte, Lazio, Puglia, Liguria, Molise
  • Dal 21 al 25 gennaio: Lombardia e Campania
  • 25 gennaio: Umbria ed Emilia Romagna
  • 31 gennaio: Friuli Venezia Giulia
  • 1 febbraio: Veneto, Sicilia, Calabria, Marche, Sardegna.

Su queste riaperture a macchie di leopardo e sull’oggettivo caos che si sta generando intorno al rientro a scuola si è espressa anche la Flc Cgil: “Così è il caos: chiediamo che il governo, a fronte del fallimento delle misure che andavano adottate, si assuma la responsabilità del rinvio dell’apertura delle attività didattiche in presenza. Non venga delegato più nulla alle Regioni”.

Purtroppo questo stato di confusione è stato anche aggravato dal fatto che alcune regioni hanno cambiato la data di riapertura più di una volta. A loro giustificazione va detto che in alcuni casi i rinvii sono stati decisi in base all’evolversi della situazione epidemiologica, ma probabilmente un calendario così frammentato non era stato prefigurato neanche dalla peggiore delle previsioni.

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Luca Parigi

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