L’Inps annuncia una maggiore elasticità per il riscatto agevolato della laurea per il raggiungimento della pensione. In particolare, la circolare 6 del 22 gennaio 2020 chiarisce un dubbio posto in essere dal decreto legge 4/2019 (Quota 100 e pensioni) che ha introdotto l’opportunità di assimilare gli anni di studio universitario ai fine pensionistici pagando una cifra annuale agevolata (5.260 euro per il 2020). Questa possibilità, all’inizio era prevista soltanto per chi aveva meno di 45 anni, ma poi è stata estesa a tutti coloro che avevano studiato in anni successivi al 1996. Ora si cambia.
Agevolazione del riscatto della laurea anche per anni antecedenti al 1996
Per capire come questa novità possa avere esteso la modalità di accesso all’agevolazione del riscatto della laurea facciamo un esempio pratico.
Mettiamo che una persona abbia studiato all’Università dal 1993 al 1998. In questo caso la possibilità di agevolazione riguarda solo gli anni 1996, 1997 e 1998, o tutti gli anni dal 1993 al 1998? Finora si riteneva possibile considerare solo la prima opzione (ovvero il riscatto di 3 anni su 5).
Con la circolare Inps numero 6 del 22 gennaio 2020, invece, la possibilità di riscattare gli anni in modo agevolato è valida per tutti e 5 gli anni, a condizione però che il lavoratore opti per la liquidazione dell’assegno di pensione con il sistema contributivo dal 1996.
Più nei dettagli, questa scelta può essere compiuta da chi dispone dei seguenti requisiti:
- meno di 18 anni versati prima del 31 dicembre 1995
- almeno 15 anni di contributi versati al momento in cui viene chiesto il riscatto della laurea
- almeno 5 anni nel periodo contributivo, dopo il 1995
In poche parole, con il riscatto della laurea una persona in regola con i predetti requisiti può andare in pensione prima, ma deve optare per il sistema contributivo che è notoriamente meno remunerativo.
