Abilitazione, esclusione per i precari delle scuole paritarie

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Nel testo di un comunicato diffuso dalle maggiori organizzazioni che rappresentano le scuole paritarie (AGeSC, CdO Opere Educative CNOS, CIOFS, FAES, FIDAE, FISM), approvato e sostenuto anche dalle presidenze di CISM e USMI, vibra la protesta perché tra gli schemi di decreto predisposti dal Miur per l’avvio dei concorsi straordinario e ordinario e la valutazione dei titoli per la procedura concorsuale infanzia/primaria manca quello che disciplina l’abilitazione dei docenti precari delle scuole secondarie paritarie. La procedura in questione, tuttavia, era prevista dal cosiddetto decreto salvaprecari che aveva aggiustato l’originaria esclusione dei precari degli istituti paritari dalla possibilità di effettuare l’abilitazione.

Le ragioni dei precari delle scuole paritarie

Nel comunicato si legge: “È molto grave che l’Amministrazione scolastica non consideri, come elemento vincolante, quanto stabilito dal legislatore. Adesso speriamo che non ci venga detto che la procedura straordinaria per i precari delle scuole paritarie inizierà in un prossimo futuro perché sono anni che il Miur non avvia i percorsi abilitanti sanciti dalle norme”. Purtroppo, però, pare che per i paritari le procedure slitteranno di almeno un anno.

Il decreto salvaprecari prevedeva che tutte le procedure per docenti fossero istruite già nel 2019; non ci sarebbe dunque motivo di spostare più in avanti l’abilitazione dei precari delle paritarie. Sarebbe, di fatto, una dilazione che non aderisce alle disposizioni legislative.

Le predette associazioni AGeSC, CdO Opere Educative CNOS, CIOFS, FAES, FIDAE, FISM sono disposte anche a mettersi al tavolo per ridefinire completamente il sistema di formazione iniziale degli insegnanti, ma auspicano che “nel frattempo vengano avviate subito le procedure stabilite dalle norme oggi vigenti. D’altronde, al fine di mantenere attiva la parità, è necessario che gli insegnanti abbiano ottenuto l’abilitazione all’insegnamento”.

Le associazioni, in definitiva, chiedono che per i prossimi percorsi abilitanti “l’Amministrazione scolastica applichi le normative vigenti in toto, non solo quelle che tengono conto di una parte dell’effettivo fabbisogno”.

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Vincenzo Schirripa

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