Edilizia Scolastica, agli enti locali più di 12,7 milioni per le emergenze

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I prossimi piani di edilizia scolastica dispongono l’assegnazione di oltre 12,7 milioni di euro per riparare i danni strutturali degli istituti scolastici e per fronteggiare le eventuali emergenze che possono insorgere in seguito a calamità. All’atto pratico, nei giorni scorsi è stato registrato il decreto che assegna questi fondi agli enti locali che ne avevano fatto richiesta. Scopriamo alcuni esempi di come verranno spesi questi soldi.

Alcune opere di edilizia scolastica effettuate con questi fondi

Facendo alcuni esempi, queste risorse potranno essere utilizzate dal Comune e dalla Città metropolitana di Venezia per approntare una settantina di interventi su vari edifici scolastici danneggiati dall’alluvione del novembre 2019.

Il Comune di Leni, invece, potrà utilizzarli per permettere agli studenti di frequentare le lezioni quando le intemperie non permetteranno di raggiungere la scuola di Lipari.

Questi soldi faranno un gran comodo anche ad una scuola di Bosa (OR), dove per effetto del maltempo è avvenuto il crollo di un solaio, ed anche alla Città Metropolitana di Roma, nella quale una decina di scuole ha subito una serie di danni a causa dei temporali dello scorso autunno.

Il commento della ministra dell’Istruzione

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che in queste settimane è pienamente impegnata nel condurre in porto questo difficilissimo anno scolastico, ha comunque trovato il tempo anche per commentare questa erogazione per interventi di edilizia scolastica.

“Nonostante le attività straordinarie correlate all’emergenza sanitaria delle ultime settimane, l’attività ordinaria del Ministero dell’Istruzione non può e non deve fermarsi. Le necessità scolastiche non sono scomparse con la chiusura degli istituti. In questo momento il nostro impegno per non lasciare indietro nessuno è concentrato soprattutto sulla fornitura agli studenti italiani di dispositivi digitali e connessioni adeguate per poter seguire la didattica a distanza. Tuttavia bisogna pensare anche al dopo, al rientro negli edifici e quando questo avverrà sarà necessario accogliere i nostri ragazzi in ambienti sicuri”.

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Luca Parigi

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