Improvviso stop alle supplenze Covid. Nomine, contratti e assunzioni di supplenti per l’emergenza sanitaria sono stati bloccati per una previsione di spesa sbagliata in rapporto alle risorse stanziate. Alcuni Uffici scolastici Regionali come quelli della Toscana, dell’Abruzzo, del Friuli e del Molise hanno già rilasciato delle note scritte con le quali spiegano di aver fermato l’uso del cosiddetto organico Covid. In altri termini, si sta verificando una discrepanza tra i conti fatti dal Ministero dell’Istruzione e quelli del portale degli stipendi per la Pubblica Amministrazione.
Stop alle supplenze Covid: cosa è successo
Il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, spiega che per le assunzioni di “supplenti supplementari” si sono verificati più sbagli nel calcolo della spesa.
Tra gli errori compiuti spicca aver calcolato le somme da assegnare mettendo in previsione tre mesi di assunzione, da settembre a dicembre, per i quali non è stato coperto tutto il periodo dal 14 settembre al 31 dicembre.
Nelle previsioni di spesa mancano le coperture di sostituzioni per maternità, così come quelle per congedi parentali, ma questo anche perchè il budget per le sostituzioni è molto risicato e non ammette sforamenti.
Un altro errore piuttosto considerevole è che nei contratti non è previsto il pagamento dell’assegno per il nucleo familiare. Per fare un esempio, nello stipendio di un collaboratore scolastico con famiglia questa somma ha un valore di 253 euro al mese.
A questo punto, spiega ancora Turi, l’unica soluzione è quella di rifare i conti e di prevedere meno assunzioni di docenti e ATA per il futuro prossimo.