Per il vaccino Astrazeneca sì alla seconda dose per tutti i docenti che non abbiano mostrato delle significative reazioni avverse alla prima somministrazione. A dirlo è lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto alla trasmissione “Che tempo che fa” su Rai 3. “Oggi ci sono 13 milioni di somministrazioni di vaccino fatte e da 3 settimane la curva vede un primo segno di piegatura. Con grande franchezza dico che siamo consapevoli che c’è un elemento di rischio con l’aumento movimenti, ma il governo ha fatto una scelta che difendo con forza”
Le parole del ministro Speranza sulla seconda dose di Astrazeneca
A seguire l’intervento del responsabile del dicastero medico-sanitario intervenuto ieri, domenica 11 aprile 2021, nel programma di Fabio Fazio.
“Grazie alle misure adottate nel mese di marzo e in queste 2 settimane abbiamo accumulato un piccolo tesoretto e abbiamo deciso, a due mesi dalla fine dell’anno scolastico, di investirlo sulla scuola come architrave della società italiana che ha pagato un prezzo altissimo. Ci auguriamo di ripartire a settembre in una situazione completamente diversa da oggi grazie alla campagna vaccinale“, ha detto il ministro.
Sulla somministrazione di vaccini al personale scolastico, Speranza ha poi proseguito: “Più di un milione di somministrazioni di vaccino sono state fatte al personale scolastico, un dato importante“.
Le ultime parole per la seconda somministrazione: “La seconda dose verrà fatta con Astrazeneca. I dati che abbiamo ci indicano che se non ci sono state reazioni avverse nel primo passaggio, non ci saranno neanche nella seconda.“
Prime dosi sospese
Per il momento i docenti e gli ATA che non hanno ancora ricevuto la prima dose dovranno aspettare.
Allo stato attuale delle cose, infatti, è stato deciso che nel piano vaccinale venga data precedenza alle seguenti categorie:
- soggetti con età maggiore a 80 anni;
- soggetti con alta fragilità e possibilmente familiari conviventi, prestanti cura, genitori/tutori/affidatari;
- soggetti con età compresa tra i 70 e i 79 anni e, in seguito, persone con età compresa tra i 60 e i 69 anni, con utilizzo prevalente di sieri Vaxzevria (l’ex vaccino AstraZeneca).