Riforma Reclutamento Docenti: formazione, CFU, concorsi e altre novità

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Scopriamo le principali novità della Riforma Reclutamento Docenti tra attività di formazione, CFU, concorsi e altro ancora. Il nuovo documento di riforma PNRR è stato originato dalle modifiche apportate in sede di I e VII commissione del Senato e plasma il DL 36 del 30 aprile con nuove indicazioni relative al futuro e al curricolo degli insegnanti. Le disposizioni in questione ovviamente riguardano le attività di formazione, la mobilità, i requisiti per partecipare ai concorsi e altro ancora.

Le principali novità della Riforma Reclutamento Docenti

Senza addentrarci troppo nell’approfondimento di ogni singolo punto andiamo a schematizzare le principali novità riguardanti la Riforma Reclutamento Docenti.

  • Gli idonei della scuola secondaria saranno inseriti nelle graduatorie di merito
  • I docenti precari saranno ammessi ai corsi abilitanti e di sostegno su quote di riserva per i primi tre anni
  • Vincolo triennale per i neoassunti nella sede di nomina
  • Fino al 2024 ai candidati dei concorsi dovranno/potranno avere 30 CFU o 24 e ottenere gli eventuali rimanenti dopo il superamento della procedura concorsuale
  • Per l’abilitazione all’insegnamento serviranno tesina ed esame orale
  • Per testare le competenze didattiche ci saranno delle prove di valutazione
  • Domande aperte per i quiz nei concorsi pubblici
  • Accesso ai corsi di specializzazione su sostegno per i docenti precari con 3 anni di servizio
  • Concorso con prova orale per docenti di religione con 36 mesi di servizio sul 50% dei posti
  • Accesso ai concorsi nel transitori con 36 mesi di servizio

Sulla Riforma in questione riteniamo sia significativo il commento del sempre puntuale Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief: “Questa riforma è da noi bocciata, perché non semplifica le procedure di reclutamento per i più giovani, con ben cinque prove da superare per entrare nei ruoli dello Stato. Inoltre, per i precari non prevede un canale di reclutamento certo come chiesto dal Comitato europeo dei diritti sociali, dalla Corte di giustizia europea, oltre che dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa su denuncia del sindacato”.

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Luca Parigi

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