Per Tik Tok potrebbe essere imposto un blocco all’uso ai dipendenti pubblici. La decisione dovrebbe arrivare in settimana e potrebbe comportare un divieto all’utilizzo dell’app anche ai docenti e agli Ata. La misura sarebbe allo studio del Governo per salvaguardare la sicurezza nazionale. A tale proposito il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha comunicato che il Copasir si sta già occupando di questa tematica, ma chiaramente il suo dicastero è direttamente coinvolto nella soluzione che verrà adottata.
Blocco all’uso di Tik Tok per i dipendenti pubblici: le possibili soluzioni
In merito al possibile divieto di usare Tik Tok per i dipendenti pubblici il Governo potrebbe allinearsi alla decisione della Commissione Europea che ha imposto la disinstallazione dell’applicazione i suoi dipendenti.
Il ministro della PA Zangrillo ha detto che potrebbe essere presa anche una decisione meno radicale, a patto che sia condivisa con le altre istituzioni: “L’argomento è arrivato all’ordine del giorno da poco. Già la prossima settimana dovremo confrontarci e cercare di arrivare a una sintesi. Prenderemo una decisione in fretta. Ora dobbiamo comprendere bene quale è effettivamente la profondità dei rischi legati alla sicurezza nazionale”.
Per il Ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, la censura totale non sarebbe la soluzione migliore; il leader leghista consiglia semmai di lavorare maggiormente sugli aspetti di controllo e vigilanza.
A questo punto è lecito chiedersi perché regna tanta preoccupazione per l’uso di questa app.
Per il semplice motivo che dal mese di dicembre 2022 il Comitato per la Sicurezza della Repubblica aveva aperto un’indagine esplorativa su TikTok, dopo le dichiarazioni del direttore dell’FBI, Chris Wray, per il quale l’applicazione sarebbe di fatto uno strumento del governo cinese capace di influenzare gli utenti e conservare dati.
A quest’ultimo riguardo il responsabile relazioni istituzionali Sud Europa di TikTok, Giacomo Lev Mannheimer, specifica comunque che i dati degli utenti italiani non sono conservati in Cina, ma negli U.S.A., Singapore e, prossimamente nella stessa Unione Europea.