Trenta presidi indagati per aver permesso l’entrata a scuola a bambini non vaccinati. È questo il risultato di un’indagine della procura di Belluno che ha coinvolto sia dirigenti scolastici di istituti pubblici che i rappresentanti di scuole private dell’infanzia. L’accusa è quella di omissione in atti d’ufficio perché i dirigenti non avrebbero impedito l’entrata ad alunni tra i 3 e i 6 anni che risultavano essere non in regola con i vaccini. Riguardo alle normative vigenti, la legge Lorenzin del 2017 ha stabilito per i minori da 0 a 16 anni l’obbligo di assunzione di 10 vaccini (contro tetano, difterite, poliomelite, pertosse, epatite B, varicella, morbillo, rosolia, parotite e influenza di tipo B). Per chi non si adegua è prevista l’interruzione della frequenza all’asilo, più una multa fino a 500 euro, e la sola sanzione per gli studenti di elementari, scuole medie e biennio delle superiori.
La parola al Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi
Per compiere l’indagine i Nas di Treviso, le cui competenze sono estese anche per Belluno, hanno fatto visita a tutte le scuole della provincia, anche le più isolate, esaminando la documentazione relativa ad ogni bimbo.
Sulla vicenda in questione, ovviamente, si è subito espresso anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi.
“Ormai la legge sui vaccini è in stato di attuazione e quindi, dove si verificano le condizioni, è giusto non permettere che un bambino che non si è vaccinato possa entrare a scuola. I dirigenti scolastici in questo senso non possono usare arbitrio e discrezione e non allontanando i bimbi non vaccinati, di fatto incorrono nel reato di omissione di atti d’ufficio”.
Quello dei Carabinieri del Nas “è un atto doveroso – dice ancora Giannelli – Come Associazione ci siamo sempre spesi ed esposti in prima persona sull’importanza della tutela della salute collettiva”.
A questo punto si attendono ulteriori sviluppi per la vicenda.