I prossimi scioperi della scuola, annunciati gà da alcune settimane, sono quello di venerdì 14 febbraio indetto dai sindacati di base, Adl Cobas, Cub-Sur, Sgb, Usi-Cit, su richiesta avanzata dai precari autoconvocati, e di martedì 17 marzo proclamato da Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti. Per quest’ultima agitazione, comunque, la data non è certa al 100%.
Le ragioni degli scioperi scuola del 14 febbraio e del 17 marzo
Uno dei motivi principali che ha portato alla proclamazione di queste proteste è la rottura tra Miur e Sindacati verificatisi a fine gennaio.
Lo strappo tra le due parti è nato sulla modalità di erogazione del concorso straordinario per la scuola secondaria. I sindacati infatti avrebbero voluto sapere in anticipo le materie del test, mentre la ministra dell’Istruzione Azzolina non ha accettato la condizione per garantire la selettività della prova. “Servono prove selettive” – ha detto la titolare del Miur – “Non arriva una massa di ignoranti a scuola, è ora di finirla con gli approcci ideologici”.
Le associazioni sindacali, Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda, in una conferenza stampa hanno enunciato le varie richieste che il ministero non ha concesso: tra queste l’avvio della della procedura abilitante per gli insegnanti aventi titolo; un sistema fisso di abilitazione all’insegnamento, le predette modalità del concorso straordinario.
“Abbiamo fatto un appello alla ministra Azzolina con l’obiettivo che potesse dedicare un’attenzione particolare a un comparto che conosce bene, ma da parte sua non pare che ci sia nessuna volontà di governare con una politica partecipativa”, dice la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.
Francesco Sinopoli, segretario di Flc-Cgil, ribadisce: “La bravura di un docente non si basa sulla batteria dei test ma sulla formazione. Quella della ministra è una propaganda che conosciamo bene e che negli anni non ha portato benefici a nessuno.”
