Un docente su tre rifiuta il test sierologico. In verità è meglio dire che un operatore scolastico su tre rifiuta lo screening perché la campagna gratuita e volontaria, in programma dal 24 agosto al 7 settembre, interessa anche il personale ATA. Tra i primi dati emergono 16 soggetti positivi in Veneto, 12 in Lombardia, 20 in Umbria e 4 in Trentino. I dottori di famiglia cercano di stimolare il buon senso degli insegnanti dicendo che “Fare il test un dovere per docenti e medici”.
Il test sierologico per i docenti a 3 giorni dal via
Un terzo dei docenti italiani non vuole fare il test sierologico per il Covid messo a disposizione gratuitamente dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri.
In alcune regioni come il Friuli-Venezia Giulia i test sono iniziati solo da poche ore, mentre da altre regioni italiani arrivano già dei dati significativi. Gli operatori scolastici che sono stati trovati positivi resteranno in isolamento volontario in attesa che venga svolto il tampone, secondo la procedura stabilita dal Ministero della Salute.
Intanto il presidente dei dirigenti scolastici laziali, Mario Rusconi, esprime le sue perplessità: “Bisognava fare dei test obbligatori non solo agli insegnanti, ma anche ai ragazzi del triennio delle superiori: è stato un grande errore renderli facoltativi. Bastava un provvedimento ad hoc del Governo, come ne sono stati fatti tanti altri durante questi mesi».
Domenico Crisarà, vicesegretario della Federazione dei medici di famiglia, in un certo senso avalla quanto detto da Rusconi: “Stiamo sicuramente registrando una minore adesione rispetto al previsto. Considerando i dati del personale che abbiamo contattato direttamente, visto che da giovedì scorso ci sono stati fornite le liste, emerge che un insegnante su tre sceglie di non sottoporsi al test sierologico. Sono perplesso visto che stiamo parlando di un’emergenza epidemiologica e l’adesione non dovrebbe essere messa in discussione”.