I principali motivi di rinuncia alle supplenze 2020/2021

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Timori per il Covid, reddito di cittadinanza, no al sostegno: questi sono i 3 principali motivi di rinuncia alle supplenze 2020/2021. Solo a Milano per i posti di sostegno sono stati chiamati 1.400 candidati, ma hanno accettato solo in 600 rispetto alle 1.700 disponibilità effettive. In termini numerici un supplente su quattro rifiuta l’assegnazione e più del 60% dice di no al sostegno. In verità sul piatto della bilancia c’è anche da mettere il caos che si è originato in seguito agli errori nella compilazione delle graduatorie provinciali per le supplenze. In ogni modo, che sarebbe stato un anno difficile per le supplenze lo si era già capito dal flop della call veloce. In quel caso erano state presentate poche istanze perché gli eventuali supplenti hanno pensato all’eventualità di un nuovo lockdown che li avrebbe visti confinati in un’altra regione e distanti dalle persone care.

Rinuncia alla convocazione e invio delle MAD

La CISL specifica che “la rinuncia o l’assenza alla convocazione comporta la perdita dell’opportunità di essere chiamati per un’altra supplenza sulla base della GAE e delle GPS in base alla graduatoria interessata dalla convocazione per la relativa docenza”. La rinuncia dagli elenchi GAE per il sostegno consente di accettare una nomina dalla medesima GAE per posto comune.

Chi ambisce a trovare un posto da supplente ma non è ancora iscritto in nessuna graduatoria scolastica, sia essa GPS o graduatoria d’istituto, può decidere di inviare una messa a disposizione.

A tale proposito il Ministero chiarisce “All’esaurimento della graduatoria di istituto il dirigente scolastico può avvalersi di aspiranti docenti che abbiano presentato istanza di MAD.”

Come detto sopra, da quest’anno le istanze di MAD possono essere inviate esclusivamente da chi non risulta iscritto in nessuna graduatoria e possono essere presentate per una provincia da dichiarare espressamente nella domanda.

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Luca Parigi

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