La Giornata Internazionale dell’Educazione 2021 verrà celebrata nella data di domenica 24 gennaio. L’iniziativa è nata un paio di anni fa, nel 2019, per volontà dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La finalità è quella di onorare i processi educativi che stanno alla base della socialità, dell’istruzione e dello sviluppo dell’intera umanità. Il diritto all’educazione è specificatamente indicato dall’art. 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani, che stabilisce il diritto a ricevere un’istruzione elementare a carattere gratuito e obbligatorio. A tutt’oggi, però, è chiaro che ogni giovane debba avere il diritto a ricevere anche un’istruzione superiore a quella elementare.
I dati sui deficit educativi mondiali
Celebrare la Giornata Internazionale dell’Educazione 2021 significa restituire vetrina e centralità alle attività educative nettamente penalizzate dall’avvento della pandemia.
Senza educazione non c’è prospettiva, non c’è futuro, non c’è sviluppo sociale e non c’è crescita economica. L’educazione, inoltre, è fondamentale per apprendere e per mettere in pratica i basilari concetti civici e umani di rispetto, democrazia, fratellanza e uguaglianza.
Purtroppo i dati sui deficit educativi mondiali non sono incoraggianti, ma la Giornata Mondiale dell’Educazione deve servire anche a porre attenzione sulle zone disagiate, affinché il gap scolare possa ridursi sempre di più. Purtroppo il Coronavirus ha rappresentato una “peste” su base mondiale anche per le attività educative.
In tempi “pre-Covid”, ovvero nel 2019, i dati erano i seguenti: 262 milioni ragazzi in età scolare non ricevevano nessun tipo di istruzione e 617 milioni di giovani non sapevano leggere. Dopo il 2020 la situazione è peggiorata tanto che “Su 720 milioni di bambini in età da scuola elementare, la povertà educativa colpisce 382 milioni di bambini” (Report sull’istruzione nel mondo a cura della Banca Mondiale)
Nel 2021 i bambini che non potrebbero ricevere nessun tipo di istruzione potrebbero essere 454 milioni. Una cifra semplicemente spaventosa se si pensa che siamo ad Anni Duemila abbondantemente inoltrati.