Nel corso dell’audizione svolta alla Commissione Parlamentare per l’infanzia e per l’adolescenza il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ne ha approfittato per esprimere il suo parere riguardo agli attuali iter per diventare insegnanti. Per il responsabile del dicastero scolastico alcuni meccanismi, come ad esempio l’ottenimento dei crediti formativi universitari, sono ormai obsoleti e necessitano di essere ripensati. Per Bianchi è piuttosto singolare che in Italia ci siano lauree abilitanti per infanzia e primaria, mentre per le scuole superiori è necessario acquisire successivamente le competenze pedagogiche e didattiche.
Il ministro Bianchi, i 24 CFU e i nuovi percorsi abilitanti
Per il ministro Patrizio Bianchi il conseguimento dei 24 CFU non rappresenta il modello ideale da applicare per diventare insegnante.
Secondo il parere del professore è necessario garantire a tutti coloro che vogliono diventare insegnanti un apposito percorso abilitante universitario che possa coniugare formazione e propensione all’insegnamento.
Queste le esatte parole del ministro: “io ho una richiesta da fare alle università. Devono adeguare la loro capacità delle persone ai bisogni che abbiamo. Sia infanzia, nidi e quelli che vogliono insegnare le materie Stem. Serve un percorso per diventare insegnanti“.
Il titolare del dicastero di Viale Trastevere poi continua: “Noi abbiamo oggi nel nostro ordinamento due lauree abilitanti per l’infanzia e per la primaria mentre chi fa una scelta disciplinare deve recuperare successivamente le competenze pedagogico didattiche; e invece dobbiamo creare dei percorsi che abbiano sin dall’inizio queste competenze per chi vuole fare l’insegnante.”