I nuovi docenti che saranno assunti nell’anno scolastico 2020/2021 dovranno sottostare ad una permanenza d’obbligo di 5 anni nello stesso istituto scolastico. Il provvedimento è una disposizione del Decreto Scuola e nasce con la finalità di garantire una maggiore continuità didattica agli studenti con il conseguente obiettivo di diminuire la mobilità degli insegnanti. Per fare un esempio concreto, nell’anno in corso a cambiare sede sono stati circa 100.000 insegnanti, un numero consistente che rappresenta il 15 per cento dell’organico complessivo degli insegnanti.
I dati della mobilità degli insegnanti
Stando ai dati illustrati da Il Sole 24 Ore, lo scorso anno scolastico sono fatte 129.000 domande di trasferimento, tra le quali 107.000 concernenti la mobilità territoriale propriamente detta e 22.000 riguardanti eventuali trasferimenti di ruolo.
Dell’ammontare di cui sopra, le domande accolte sono state 64.000, ovvero circa una domanda presentata su due; di queste, 49.000 rappresentano trasferimenti all’interno della medesima provincia di servizio, mentre 15.000 docenti si sono dovuti spostare oltre la provincia di riferimento.
Al computo di insegnanti ai quali è stata accettata la domanda di trasferimento vanno poi sommati altri 34.000 docenti che hanno potuto beneficiare di assegnazioni provvisorie, cioè di trasferimenti per motivi familiari o di salute.
Cinque anni nella stessa scuola per insegnanti assunti nel 2020/2021
Le variazioni nella mobilità scolastica sancite dal Decreto scuola sono stabilite nei commi 17-octies e 17-novies dell’articolo 1.
Se il Decreto si dovesse convertire in legge, i docenti che verranno assunti all’inizio del prossimo a.s. potranno chiedere di essere trasferiti o di essere assegnati provvisoriamente solo dopo la permanenza di 5 anni nella stessa scuola nei quali sono stati immessi in ruolo.
In parole povere, i 20.000 insegnanti e passa che verranno assunti nell’anno scolastico 2020/2021 potranno di fatto cambiare scuola soltanto a partire dall’a.s. 2025/2026.
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