Stando a quanto riporta “Il Messaggero” il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per ovviare al problema delle cattedre mancanti starebbe pensando a effettuare dei reclutamenti emergenziali e straordinari. In particolare, si starebbe pensando di incaricare supplenti senza laurea nelle scuole dell’infanzia e primarie: quale conseguenza, quando i dirigenti non sapranno dove attingere per assegnare una cattedra rimasta senza insegnante potrebbero chiamare i laureandi in Scienze della formazione primaria.
Il nuovo regolamento delle Gps
In verità, più che un’ipotesi, l’assegnazione di cattedre a studenti universitari è anche prevista nel regolamento delle nuove Graduatorie provinciali.
Secondo il regolamento in questione ogni insegnante potrà iscriversi alle Gps per un’unica provincia, ma per più classi di concorso. Sono previste due fasce:
La prima fascia includerà tutti gli insegnanti abilitati all’insegnamento per le classi di concorso di riferimento e, riguardo al sostegno, provvisti di apposita specializzazione.
La seconda fascia, invece, includerà anche gli studenti iscritti al 3°, 4° o 5° anno del corso dei Laurea in Scienze della Formazione primaria. L’idea non piace al CSPI che aveva chiesto al dicastero scolastico di inserire soltanto gli studenti del quinto anno, quindi vicini a conseguire la laurea e in possesso di un adeguato numero di CFU (non minore di 240).
L’applicazione di questa strategia riporterebbe temporalmente la scuola indietro di una ventina d’anni; fino al 2000, infatti, per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella primaria era sufficiente dimostrare il possesso del solo diploma magistrale. Se non altro l’attuazione potrebbe sicuramente servire agli stessi studenti che così avrebbero l’opportunità di fare pratica prima del conseguimento della laurea.
Come abbiamo specificato all’inizio, comunque, crediamo che questa possibilità rappresenti un’extrema ratio, ovvero una soluzione emergenziale da applicare solo nel caso in cui il problema delle cattedre mancanti raggiunga dei numeri insostenibili.
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[…] Antonello Giannelli, presidente dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi) ha rilasciato a La Repubblica una dichiarazione che si pone a metà tra la proposta e la provocazione: “È oggettivo che i concorsi pubblici abbiano fallito. Ogni anno lo Stato dovrebbe assumere 40.000 bravi insegnanti, ma non è capace di farlo. Dopo 40 anni il fatto è palese e quindi a questo punto è doveroso prenderne atto”. In effetti anche quest’anno la scuola sarà afflitta dall’annoso problema della supplentite, tanto che il ministero dell’Istruzione sta pensando di assegnare alcuni posti di scuole dell’infanzia e primaria a laureandi in Scienze della Formazione. […]