ChatGPT, nemico o alleato della scuola? Il dibattito è aperto

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Il software ChatGPT si sta rivelando un nemico o un alleato della scuola? Il dibattito è aperto ma certo è questo tool di intelligenza artificiale rilasciato a novembre da OpenAI sta già facendo parlare di sé in lungo e in largo. Ovviamente i primi che in un certo senso stanno facendo le spese della diffusione di questo strumento sono giornalisti, copywriter e tutti coloro che fino ad adesso hanno messo il pane in tavola scrivendo testi, articoli e landing page per la carta stampata ed il Web. Anche il sistema scolastico, comunque, da alcune settimane sta interrogandosi sugli effetti che questo semplice ma potente cervello telematico potrebbe avere sulla didattica.

ChatGPT e la scuola: facciamo il punto

Riguardo all’impatto di ChatGPT sulla scuola c’è subito da menzionare il commento rilasciato in merito all’avvento dell’intelligenza artificiale dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Il numero uno di Viale Trastevere non dimostra particolare preoccupazione per l’IA che anzi può rivelarsi un’alleata per migliorare i percorsi formativi, a tutt’oggi piuttosto stantii, e aumentare il livello di interattività dell’esperienza didattica.

Molti docenti, invece, temono che il software possa finire per impigrire gli studenti che potenzialmente hanno a disposizione in ogni momento uno strumento per realizzare temi, risolvere problemi e compiere altre azioni simili.

Uno dei timori principali degli insegnanti è che esso possa essere in modo indiscriminato per fare i compiti a casa, per realizzare tesine, produrre elaborati ecc.

La verità oggettiva è che lo strumento è formidabile, verrà costantemente perfezionato, ma fino ad oggi è acritico, non è aggiornato (a tale proposito guardare l’immagine in calce) e in un test effettuato a Singapore non ha superato gli esami di Terza Media.

ChatGPT, quindi, è un ottimo risponditore automatico, sforna testi, risposte e possibili soluzioni a dei problemi, ma per il momento non può impensierire più di tanto né il sistema scolastico né il lavoro di giornalisti e copywriter anche perché stanno diffondendosi parallelamente anche dei tools rilevatori in grado di verificare se un lavoro è stato fatto con l’intelligenza artificiale o se invece è un puro frutto della creatività e dell’intelligenza umana.

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Vincenzo Schirripa

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