Dramma Scuole Paritarie Cattoliche, 1 su 3 rischia di non riaprire

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In questo momento si stanno profilando degli scenari drammatici per le Scuole Paritarie Cattoliche. I rappresentati degli ordini religiosi dicono: “In mancanza di un concreto intervento da parte dello Stato il 30% delle scuole paritarie è destinato a chiudere entro il mese di settembre e alcune potrebbero dichiarare bancarotta già entro maggio”. Madre Yvonne Reungoat e padre Luigi Gaetani, rispettivamente presidenti Usmi e Cism, avvertono: “Non ci sono più soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti e di conseguenza vengono a mancare le condizioni basilari per arrivare fino alla fine dell’anno scolastico“. L’allarme è concreto e rischia di creare dei serissimi disagi didattici e lavorativi.

Emergenza Sanitaria: il 30% delle Scuole Paritarie Cattoliche rischia di chiudere

Le scuole paritarie cattoliche rischiano di subire oltremodo il contraccolpo economico causato dell’emergenza Coronavirus.

A lanciare un grido di aiuto sono le sigle religiose Cism ed Usmi che chiedono un sostegno finanziario di tipo “straordinario” e sono pronte a offrire, quale controparte, un po’ dei loro spazi per lo svolgimento di attività didattiche e formative.

Per comprendere in maniera più immediata la serietà del problema, basti pensare che allo stato attuale delle cose gli istituti paritari italiani contano circa quasi 900.000 studenti, 180.000 tra insegnanti e collaboratori scolastici e 12.000 sedi sparse in tutto lo Stivale.

Madre Yvonne Reungoat e padre Luigi Gaetani ci tengono a smentire un’idea piuttosto diffusa e a difendere il ruolo didattico degli istituti religiosi: “Le nostre scuole paritarie cattoliche non sono delle strutture elitarie, ma sono soprattutto delle strutture frequentate da ragazzi di famiglie che non sono in grado di pagare la retta mensile”

Riguardo allo spettro delle possibili chiusure i rappresentanti dicono: “Ci appelliamo al Governo per chiedere che intervenga in nostro aiuto con una sovvenzione straordinaria o che garantisca la detraibilità del 100% delle rette sostenute dai nuclei familiari”.

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Luca Parigi

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